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Congiuntivo?!

(8 posts)
  • Started 16 years ago by Barbarella
  • Latest reply from MattiaMela

  1. Anonymous
    Unregistered

    E' preferibile dire:
    "spero che tu continui a pensarla così"
    oppure
    "spero che tu continuerai a pensarla cosi"?
    Ciao
    Grazie

    Posted 16 years ago #
  2. MattiaMela
    Moderator

    Sono entrambe forme accettate nell'italiano colloquiale, ma la forma col congiuntivo è preferibile, poiché esprime, tra le altre funzioni, desiderio.

    Posted 16 years ago #
  3. samurai
    Member

    La forma con il futuro secondo me suona maluccio... Inoltre il "che" presuppone l'uso del congiuntivo. Un'altra variante puo' essere con il "che" implicito: "Spero tu continui a pensarla così". A me suona piuttosto bene, direi elegante. In questo caso, anche l'uso del futuro puo' essere gradevole.

    Posted 16 years ago #
  4. MattiaMela
    Moderator

    Sono d'accordo sul fatto che alcune forme "suonino meglio" di altre (poiché più vicine alla norma), ma non è esatto dire che il "che presuppone l'uso del congiuntivo". Sia perché nella norma esistono molte forme che prevedono che si accompagni con altri modi ("Vedo che corri molto velocemente"), sia perché nell'uso la presenza dell'indicativo (in molti contesti, ma non sempre) è via via più accettata.

    Posted 16 years ago #
  5. samurai
    Member

    Sono d'accordo. Mi riferivo alla frase in questione. Il "che" dopo il verbo "sperare" introduce ad un evento futuro e per questo si crea il dubbio circa l'uso dell'indicativo futuro. Infatti in latino "spero, promitto e iuro vogliono l'infinito futuro", e questa diffusa presenza dopo il verbo sperare dell'indicativo futuro, puo' darsi sia una sonorità refusa dalla lingua latina. Ma personalmente lo ritengo un errore grammaticale.

    Posted 16 years ago #
  6. Anonymous
    Unregistered

    Buongiorno a tutti. Rimetto un po' di legna sul fuoco di questo dibattito ponendovi una domandina: è ammesso l'uso dell'indicativo presente dopo "spero che" quando in realtà la frase è per così dire retorica, ovvero quando l'oggetto "sperato" è dato in realtà per certo?
    Es: spero che stai bene (ovvero: te lo chiedo per gentilezza, ma sono sicuro che va tutto bene, ci mancherebbe altro...).
    Possiamo in effetti legittimamente pensare che una frase del genere non esprima una reale incertezza quanto al futuro...e anche se personalmente sono un'adepta del congiuntivo, mi sono imbattuta spesso in questa formulazione.
    L'indicativo presente è quindi in questo caso:
    a. corretto
    b. sbagliato
    c. tollerato
    Grazie

    Posted 16 years ago #
  7. alessandroaresti
    Moderator

    Non è una domanda a cui si possa dare una risposta facilmente. Mi sono imbattuto spesso in questioni di questo tipo, con pareri spessso discordanti: tuttavia sono giunto alla conclusione che sia la frase "spero che tu vieni" (se sappiamo già che il nostro interlocutore verrà) o "spero che tu venga" (che indulge a necessità eufoniche) sono da ritenersi corrette. Personalmente preferisco la seconda.

    Posted 16 years ago #
  8. MattiaMela
    Moderator

    Ormai anche le grammatiche più prescrittive si sono arrese al lento decadimento del congiuntivo (anche se cercano di tutelarne la sopravvivenza), ma in effetti l'uso del congiuntivo è decisamente da preferire. La "domanda retorica", peraltro, assume valore maggiore proprio perché non svela nella forma la sua natura retorica, ma nel contrasto che crea con la realtà. Quindi in un contesto come quello che suggerisci è decisamente da preferire il congiuntivo (quindi l'altra forma all'indicativo è da considerare "d. mal tollerata"; mi sono permesso di aggiungere un'opzione), perché amplifica l'effetto retorico. Probabilmente ci sarebbe un'intonazione a suggerire la natura provocatoria della domanda.

    Oppure... e qui suggerisco un'altra lettura: possiamo presumere che si inizi la frase con "Spero che..." e cambiare strategia in corso d'opera con un imperativo "tu vieni". In questo modo giochiamo sul fatto che in un primo momento suggeriamo l'idea di una speranza, e in un secondo stravolgiamo questi precupposti per "imporre" al nostro interlocutore la partecipazione a qualche evento.

    In profondità, nelle ragioni di una scelta linguistica, si possono trovare molte più risposte di quanto sembra avvenire in superficie.

    Posted 16 years ago #

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