Conferenza
virtuale


   


Il libro elettronico 
e l'editoria digitale umanistica in Italia 


   

(30/09 - 30/11 2002


    Italianistica Online > E-book Italia Forum 2002 > Relazioni > Massimo Boccuzzi

   


ideata, promossa e coordinata da Luigi M. Reale

in collaborazione con
l'Area Convegni di
365 Giorni in Fiera

(Fiera Internazionale del Libro di Torino)
direttore editoriale
Luciano Simonelli

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Nuovo conteggio
dal 16 ottobre 2001

Massimo Boccuzzi
Verso il non-libro

Era il 1998 quando mi sono collegato a Internet per la prima volta. Digitando su un motore di ricerca la parola letteratura, i link proposti mi fornirono un panorama che per la massima parte già intuivo. La forma mentis da pubblicitario esperto di prodotti mass market, mi aveva già fatto immaginare il quadro di tre schieramenti contrapposti: lo zoccolo duro della cultura con la C maiuscola, che snobbava totalmente Internet; qualche avanguardia di giovani assistenti universitari che vi vedevano una qualche possibilità di carriera, e una folla gigantesca di “scriventi” pronti a riversare nel nuovo media il loro “vomito dell’anima”, fino ad allora rimasto chiuso nei cassetti o facente parte delle tonnellate di carta da macero che ogni giorno venivano spedite per posta agli editori seri, meno seri e truffaldini.

Dal momento che tutto quello che passava attraverso Internet era considerato niente più che un gioco innocuo e curioso, la stampa qualificata di allora dedicò centinaia di pagine a questo nuovo vezzo, contribuendo al successo di alcune iniziative che oggi sono quasi tutte morte e sepolte, o nel migliore dei casi agonizzanti nella polvere. Poi Internet esplose come mezzo di comunicazione di massa, arrivarono la new economy e i portali, i telefonini e il trading on line. La letteratura in Internet fece un passo indietro, perché mentre a sostenere i libri di carta ci sono un bel po’ di soldi pubblici, per Internet non c’era nessun presupposto di speculazione o sopravvivenza. Inoltre, le abitudini di quei pochi che in Italia ancora leggono, erano così legate alla carta che, nonostante il buon incoraggiamento di consumare qualche milione di cartucce d’inchiostro per leggersi delle schifezze, alla fine hanno abbandonato il campo. Non solo lo hanno abbandonato, ma, come pettegole di paese, hanno preso a criticare qualsiasi cosa che di letterario cercasse di muoversi sul web. Sull’onda di questa emozione i guru dell’editoria hanno cominciato a sentenziare su quanto fosse sbagliato non filtrare la letteratura, dando in pasto tutto a tutti, e tutti gli hanno dato ragione. Dunque sono riusciti a farci credere a due tipi di letteratura: quella alta, rappresentata dagli editori e “finanziata”, e la “monnezza” di Internet. Non solo, ma per la grande editoria proporre in alternativa la loro produzione marketing-oriented rispetto ai siti spazzatura è stato un gioco da ragazzi. Non pochi editori hanno creato in Internet spazi alternativi a quelli che nascevano spontanei, di gran lunga più professionali e accoglienti.

Facendo un semplice discorso economico, ci troviamo di fronte ad un mercato editoriale falsato, per privilegi, sostegni e quanto altro verso il libro di carta, e che lascia presupporre che ciò che oggi arriva in libreria è, per la massima parte, un prodotto sostenuto (se non creato) dalla pubblicità, imposto ai lettori, ma soprattutto non rappresentativo della produzione letteraria possibile oggi. Titoli-prodotto, né più, né meno di una nuova marca di merendine.

Gli e-book si sono inseriti in questo contesto con una potenzialità e una responsabilità enorme. Le tecnologie che ci sono dietro, oltre a permettere una migliore leggibilità rispetto al testo in linguaggio html, li fanno magicamente assomigliare ai loro ricchi cuginetti di carta e, in qualche caso. li rendono addirittura più comodi, includendovi le possibilità di interazione e di interrogazione elettronica. Il formato .lit di Microsoft ha aggiunto a queste potenzialità, il vantaggio di una compressione enorme, che rende possibile il prelievo di un volume di migliaia di pagine in una manciata di secondi di connessione. Gli editori, soprattutto Mondadori e Fazi, hanno sposato questo nuovo sistema Internet immediatamente, anche se più per l’esigenza strategica di presidiare un’area importante, che per fare affari.

Da “cane sciolto” di Internet, e proprietario di biblioteche digitali telematiche che proponevano una selezione letteraria più qualificata rispetto ad altre esperienze concorrenziali (visto l’alto numero di autori poi esorditi o addirittura provenienti dall’editoria cartacea) ho pensato che l’e-book era la risposta più soddisfacente all’idea di biblioteca-libreria che andavo concretizzando con i cinque siti * Internet di oggi e con quelli in progetto di attivazione. All’inizio avevo messo in conto una perdita secca dei lettori affezionati alla formula html che ero riuscito a proporre, per poi iniziare a rivolgermi ad un target assolutamente diverso. In pochi mesi i siti passarono dai 17.000 lettori mese a nemmeno mille, per poi risalire in un solo anno ai 50.000 di oggi. Non solo, ma essendo l’e-book un forte concorrente del libro cartaceo e del mercato così come lo intendiamo oggi, tutto il sistema della stampa qualificata (contrariamente a quanto era accaduto con la prima letteratura in Internet) ha rivolto il pollice verso, con una quantità di articoli, editoriali, commenti, studi e chi più ne ha più ne metta, che annunciavano rispettivamente il flop, l’insuccesso, la formula sbagliata degli e-book. E più questi articoli si moltiplicavano, più vedevo, nella segretezza del mio admin-server, i lettori e i potenziali buoni autori crescere di giorno in giorno.

Oltre a questo l’altro popolo di Internet, quello dell’open source a tutti i costi, nell’apprezzabile battaglia contro i formati proprietari, ha finito col dare una mano a chi voleva rallentare l’espansione degli e-book ignorandola o parlandone male, e ciò nonostante che si sia stati i primi (e ancora gli unici) in Italia a proporre e-book in formato non proprietario e con gnu-software per Palm, Mac, Linux e PC, quasi totalmente ignorati.

Naturalmente con i numeri bisogna stare attenti. Migliaia di copie di un e-book distribuito gratis non sono molto significative in termini di business. L’aspetto che più conta però è che il sistema è abbastanza maturo per affrontare il pubblico dei lettori in primis e ricavarsi lo spazio autonomo rispetto ai libri di carta che gli è proprio.

I primi esperimenti in sinergia con le biblioteche e-book gratuite, nascono con tre editori molto diversi tra loro. Assieme alla raffinata Leo Olschki, attraverso promo disponibili in Danteide.com, e con altri progetti che nasceranno a breve; con la collana “Strade Bianche” di Stampa Alternativa in esclusiva e-book presentata all’ultima edizione della Fiera del libro di Torino; e con le Edizioni D’If che porteranno fino alla Fiera di Francoforte i primi titoli di una collana, i “pipistrelli elettronici”, che affiancherà la collana cartacea esistente per il settore scolastico. Esperimenti che dimostrano risultati di business in linea con le aspettative di un investimento sul cartaceo, ma che sono state condotte con l’abbattimento del 90% dei costi rispetto agli investimenti tradizionali.

Quali strade si apriranno allora? Per adesso due, entrambe interessanti.

La prima riguarda il mondo degli editori tradizionali. Questi possono finalmente risolvere attraverso gli e-book problemi di lunga data, come le giacenze di magazzino, quello degli esauriti che non è più conveniente ristampare e, soprattutto, quello di riportare a reddito con questo nuovo sistema il capitale letterario loro per diritti, ma non più redditizio.

La seconda, molto interessante, riguarda la conquista di nuovi target di lettori. Quelli propri del mezzo Internet, se potessimo prenderli tutti insieme (vale a dire sommare quelli che ogni giorno visitano pagine di letteratura sul web) sarebbero grosso modo due milioni e mezzo di persone.

Due milioni e mezzo di persone rappresentano il pubblico di una media trasmissione televisiva e sono più o meno il totale di mercato di tutta la televisione via cavo italiana. Un target piuttosto importante, che sarà sempre più sollecitato dalla mutazione dei linguaggi (guardiamo cosa è successo con gli SMS dei telefonini). Come tutti i nuovi media dunque, l’e-book non ucciderà il vecchio libro, ma si evolverà creando un nuovo pubblico. Un pubblico che pretende, ad esempio, che al libro sia restituita la forma d’evasione di un tempo, oggi presidiata dalla velocità e praticità del cinema, del fumetto popolare, di certe trasmissioni tv. L’e-book in evoluzione verso il non-libro e che, pur nei limiti della capacità della parola scritta, sembra (almeno a me) fatto apposta per questo. Sto ad esempio lavorando a idee di personaggi seriali, su particolarissimi feuilleton e su certe interessanti fusioni possibili tra fumetto e weblog… ma ne parleremo senz’altro al prossimo forum.


* siti web di riferimento

http://www.romanzieri.com

http://www.solotesto.com
http://www.superlibri.com
http://www.danteide.com
http://www.lettoricreativi.com


 

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