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Recensioni autoreferenziali 4

Posted By Graziella Tonfoni On 21/3/2008 @ 11:58 pm In Letture | Comments Disabled

4. Autorecensione alle pagine edite e inedite de “I diari della creatività scientifica e letteraria (1980-2005)” di Graziella Tonfoni

Una scienziata al femminile singolare, che indica le traiettorie dei suoi scritti, attraverso rigorosi interdisciplinari percorsi, trasformando il suo diario scientifico e poetico in un compendio letterario di una intera epoca di storia delle scienze dell’informazione.

Pubblicato nel gennaio 2006 (Bologna, Pitagora Editrice, Collana Proposte), e reso disponibile per un arco di dodici mesi, questo volume dalla struttura architettonica tanto complessa, da dovere per scelta stessa dell’autrice restare interrotta, data la mole delle digressioni e glosse necessarie a comprendere, anche solo quanto risulta pubblicato, richiama la stessa opera della Basilica di San Petronio a Bologna, città di nascita dell’autrice. La fabrica, nel senso medievale del termine, per la integrazione delle restanti pagine, manoscritte, porterebbe il volume, dall’attuale numero di 212, a quello stimato per difetto all’oggi, di 2500. L’opera resta intenzionalmente sospesa, incompiuta.

L’autrice oltre ad avere dimostrato, una ad una, le sue proprie teorie, modelli, e metodologie didattiche, ha inteso produrre prova evidente di una sicura fedeltà ai sogni, ai suoi ideali e alle proiezioni emotive reali, alle autentiche aspettative, agli impegni molteplici e alle fedeltà teoriche e metodologiche,della sua vita al servizio della corretta informazione.

Questi Diari rappresentano il disegno, di una delle innumerevoli mappe di percorrenza possibile, fra molteplici rappresentazioni, dei momenti più particolari, nelle dinamiche fra diverse teorie e modelli dall’autrice concepiti e realizzati, nel contemporaneo scientifico più tormentato, data la ebollizione di molteplici paradigmi, attivi tutti insieme.

Le dinamiche della sua creatività scientifica e letteraria, si animano in sequenze a successione armoniosa, partendo dalla prima icona di copertina del volume stesso, e costituiscono un teatro di immaginazione di cattedrale scientifica e letteraria.

I sistematici documentari testuali che se ne potrebbero trarre, e le rese grafiche del suo pensiero, gettano una sorprendente miscela di luci sulle dinamiche affascinanti della storia della vita scientifica complessa di una autrice migrante, al servizio dell’accuratezza testuale e della difesa della corretta interpretazione di molti fatti scientifici contemporanei, che per fretta si andrebbero diversamente perdendo o fraintendendo.

Potremmo quindi rinominali, questi scritti, e schizzi, integrati come ‘I monologhi selezionati di una bibliografia in emersione’ da ascoltare con piacevole attenzione, in rispettoso silenzio. La semplicità, apparente della narrazione è, di fatto, il risultato di una elaborazione complessa di tratte semantiche fra loro contestualmente distinte, e cotestualmente distanti, multiple e molteplici, nei tempi dislocati e nelle ubiquità previste già dai vari lettori, diacronicamente impegnati, nelle varie aree dei saperi coinvolti.

La [1] letteratura Computazionale, come concepita e realizzata dall’autrice, richiede un lavoro algoritmico di codifica ed una operatività interpretativa geometrica, ad altissima precisione lessicale, frastica e paragrafica. Se il testo può risultare apparentemente lineare, tale condizione si manifesta come risultato dell’intersecarsi di griglie sinottiche, verticalmente predisposte, tracciate orizzontalmente, identificabili sulla base di intersezioni di temi, la cui effettiva coerenza si rileva, e rivela solo sulla base di esplorazioni minute e minuziose nel tessuto, di ogni frase e paragrafo.

Solo mediante una euristica matematica, estremamente analitica, si possono evincere prima, per metterle in evidenza poi, intercapedini concettuali, di notevole spessore.
La precisione di questo stile, si misura esclusivamente partendo dalla citazione corretta dei singoli tessuti testuali originari, ancora della stessa autrice, che si materializzano in paragrafi e frasi, fra loro collegate da nodi contestuali, ed i cui contenuti, tutti, quindi sono soggetti a norme di verificabilità totale. Per quanto possa apparire univocamente ovvia, la struttura profonda di un testo, che sia catalogabile nell’ambito della letteratura computazionale, è il risultato effettivo della filatura dei concetti autoriali, che rappresentano numerose e assiomaticamente controllate fasi di arrotondamento concettuale e di arrotolamento contestuale da parte della stessa scienziata della informazione, attiva fra le lingue da lei costantemente praticate: l’inglese e l’italiano.

Venticinque anni di pendolarismo transoceanico scientifico, lasciano segni lessicali profondi: evidenti sono i segnali stilistici di tale continuo spiazzamento terminologico e transdisciplinare, ove le enucleazioni frastiche non sono riferite, né riferibili ad una continuità storica, cui affidare l’implicito, o il non esplicitato, ma finalmente compreso.
In sintesi così come riletti per noi dalla stessa autrice possono essere ridenominati per tutti noi ‘I Diari della paziente analisi filologica autoreferenziale per una rilettura parziale, ma nelle tratte scelte, interpretativamente stabile’.

Forse è giusto esserle grati, di questa sua operazione filologica e letteraria, corretta e discreta, dedicata a tutti quelli che da anni silenziosamente la leggono, e talvolta ne riassumono, compendiandone il senso,alcuni paragrafi.

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