Recensioni autoreferenziali 3

3. Autorecensione all’ “Elenco delle Pubblicazioni (1980-2005)” di Graziella Tonfoni

Si tratta oggi della possibilità di prescindere completamente, per non apparire scrittrice accentratrice, da una bibliografia estremamente vasta seppur davvero tutta sua, ovvero di lei autrice unica, per proporre invece un modello di gestione bibliografica decentrata stabile, fruibile da più aree allo stesso tempo, ovvero open access.

Oggi gli studiosi, di ogni disciplina, operano in un mondo dell’eccesso di pubblicazioni indotte, differite, trasferite, trasportate, spesso in inutile sovraesposizione, in controproducente ridondanza. Spesso si confondono facilmente i manoscritti, gli originali, le copie autenticate, quelle derivative, clonate, stranamente ed estraneamente modificate, compendiate, gemmate, editate, anastaticamente riprodotte, a valore aggiunto, a valore derivativo sopraggiunto, nella transizione difficile fra le righe, in bilico fra modalità tradizionali, e in modi ubiquiti, solo apparentemente ecocompatibili. In realtà, frasi dislocate e difformi, rendono necessari adattamenti estremamente accurati, per evitare deformazioni concettuali e contraffazioni ideologiche gravi, ma facilissime da effettuare con la disponibile tecnologia, ben difficili poi da riassorbire, anche se non certo impossibili da riassumere per poi potere archiviare, senza dovere ripetere certi errori.

Prioritario, quindi oggi per tutti gli studiosi italiani, e soprattutto per chi abbia prodotto ed elargito con la didattica innovazione preziosa e costante è promuovere una accessibilità corretta alle tratte interpretative salienti della propria bibliografia autentica, distinguendola dalla propria attività didattica di aula, diventata così, anche appunto e annotazione di altri.

Ecco che il modello proposto e praticato da Graziella Tonfoni, per una gestione responsabile, e responsabilizzante, nei confronti delle proprie opere, tutte a valore di fortissima innovazione quando comparse e molte rimaste tali, può fornire una piattaforma stabile, ed un esempio mutuabile da parte di quei docenti, che vedano approssimarsi il tempo del proprio dovere lasciare la loro sede accademica, garantendo però anche una continuità o contiguità corretta, alla tradizione che hanno inteso proporre nei loro corsi per anni ed eventualmente, se questo sia davvero il caso, anche nei loro scritti più importanti.

Ebbene sì è vero, che la autrice in questo caso ha proceduto in modo esemplare, ovvero per fornire un esempio, ad una sua autoriduzione, ovvero ha inteso limitare i suoi propri testi, manoscritti e pubblicazioni, non solo ad una selezione dei medesimi appositamente adattata al territorio accademico italiano, ma anche ad una ulteriore estrazione delle parti esclusivamente autoriali, ritenute più semplici e comprensibili, proprio per lasciare spazio didattico, a coloro che da lei sono stati per anni formati, e formate, e che da lei stessa supportati e sollecitati, hanno realizzato loro proprie autonomie basate su manuali derivativi, guide di consultazione, tesi, esercitazioni.

Ecco che l’autoridursi comprimendo la propria stessa prosa, permette all’autrice stessa di rivalutare le sue piattaforme concettuali, nel loro autentico significato, soprattutto se deteriorate da interpretazioni non accurate, a seguito e mettendole in relazione con le prestigiose recensioni avute da esperti del settore, quindi evitando di abbassare il livello di credibilità di studiosi eccellenti che risultavano recensori italiani di alcune delle sue opere primigenie ed originarie.

Lasciare spazio didattico ai suoi allievi ed allieve, divenuti formatrici, ha richiesto una rinuncia da parte dell’autrice, nei confronti di quelle attività di aula, che avrebbero distolto le nuove generazioni di studenti dalla formazione, già altrove loro proposta ed offerta, e avrebbe costretto le sue già allieve ed allievi formatori, ad assumere comportamenti aggressivi e difensivi ad un tempo, nei confronti della stessa autrice e docente che avrebbe di fatto costituito così un elemento di implicita competizione e detrazione di attenzione a loro.

Comprensibile così la rinuncia da parte dell’autrice, ad una serie di tratte didattiche da lei avviate, presenziate poi o comunque presenziabili, da sue allieve e allievi autonomi e da lei del tutto indipendenti. Ecco il perché, però, anche della necessaria salvaguardia del nome e del prestigio autoriale sulle sue opere, onde evitare il crollo dei valori didattici derivativi anche per chi oggi continui a riproporne il significato.

Ecco perché ad un intero volume estremamente complesso, di Diari suoi, passa lei stessa a sostituire alcune ben più semplici riflessioni sulle sue annotazioni scientifiche quotidiane, e sulle sue manoscritte agende letterarie, che ogni giorno, ed ora per ora, testimoniano la sua continuativa attività di inesauribile ricerca.

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Questa pagina si può citare nel seguente modo:
Graziella Tonfoni, Recensioni autoreferenziali 3, in «Italianistica Online», 21 Marzo 2008, http://www.italianisticaonline.it/autorecensioni/tonfoni-3/

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