Recensioni autoreferenziali 10

10. Autorecensione a “I Diari delle Interferenze Stilistiche” di Graziella Tonfoni

Ecco una sintesi relativa alle numerose pagine inedite di una autrice impegnata anche ad evitare effetti collaterali, e che prima di parlare, scrivere, e pubblicare si chiede quali potrebbero essere le conseguenze sui lettori, e che spesso si censura lei da sola la sua stessa prosa, proprio per evitare spiacevoli risonanze sull’immaginazione globale.

Si evince dalla sue stesse parole che la letteratura stilisticamente estremizzata, se emulata o imitata può causare enorme confusione di codici e segnali, e perfino risultare rischiosa.

Alcune delle matrici lessicali della scienziata, rovesciano il senso delle parole, portandolo, anzi ruotandolo, da connotazioni concave a convessità denotative. Essenziale per l’autrice, che tale scrittura ha messo in onda, proprio per rispondere alla domanda di evidenza scientifica, crescente da parte dei colleghi, increduli, precisare che sarà opportuno da parte di ogni lettore fermare poi lui le sue derivazioni apocrife, per evitare scontri critici e incidenti comunicativi in sincronia.

La scrittura matematicamente composta, non può essere serialmente ricopiata, date le ripercussioni frattali, che ogni tratta frastica, se distorta, o dissipata, può avere, soprattutto, se tali confuse terminologie diventino sfide disseminate, in aree già pregiudizialmente contaminate. In una attribuzione di tratti semantici, non letterale bensì letteraria e matematica, i lemmi e le sequenze sono parti di matrici a rimbalzo, ed operano su territori di significato, predisposti in senso geometrico.

Ecco quindi che un fraintendimento logico dal punto di vista letterale, non solo non è corretto, ma anzi crea, da solo, catene di inanellamenti critici deformanti, se non viene ricondotto alla sua peculiare poetica struttura di fondo.

Ma è vero che oggi, aldilà di una pagina sottratta di Diario, divenuta fascicolo da estratto malposto, si tende a favorire la capacità di riflettere solo immagini lessicali piatte, e non si comprendono spesso le numerose sfaccettature della tridimensionalità ironica, paradossale, iperbolica, ed ancora meno quindi, le rifrazioni della prosa ad ologramma scientifico, come realizzata dalla stessa autrice.

Ogni testo oggi, perfino il più lineare, nell’era post web, trascina con sé da una lingua ad un’altra, e da un contesto ad un altro, code di non senso estrapolato, strascichi ed aggregazioni di inferenze spurie e tutto questo accade nella epoca interconnessione globale.

A seguito della ormai completa egemonia della logica, del primo ordine, e del calcolo irragionevole dei predicati, lettori, non avvisati delle particolarità stilistiche in corso, rischiano di propagare la ottusità interpretativa, intesa appunto come incapacità a gestire lo stile multimodale, allegorico allusivo, e la dimensione del fantastico.

È naturale che in una referenzialità estrema, da traduzione automatica e trascrizione di testi, nel più restrittivo uso del termine meccanico, si tende a volere negare, a chi scrive scientificamente, anche la minima possibilità di concepire ed esprimere la asimmetria dei contesti, la assonometria latente in transito fra lingue in divaricazione.

I Diari delle Interferenze Stilistiche, manifestano e testimoniano infatti inequivocabilmente un nuovo tragitto semiotico intrapreso, con una serietà tanto profonda, da non potere essere mai sottovalutata, nel suo spessore dall’autrice sulla stessa percezione che gli altri possono avere di lei e lei degli altri e gli altri fra di loro e tutti loro sull’immagine che loro hanno prodotto di lei.

Proprio avendo notato il rischio di una pressione globale, per fare capire all’oggi tutto e subito, senza volere lei apparire monotona, né incoerente, è proprio quindi l’autrice a chiudere certe complessità eccessive, che, se non accuratamente commentate e chiosate, possono generare indesiderabili aggregazioni di significato, degenerando arbitrariamente nell’irrimediabile implosione di ogni nesso di buon senso.

Il cammino della sua ricerca, dalla primavera del 2008, ritornerà ad essere manifestato da lei in una scrittura fluida in lingua italiana lineare. Non dimentica però, l’autrice, l’importanza di alternare testi di linguistica fantastica, a quelli di letteratura filosofica, in quanto vuole contribuire lei stessa a ristabilire la tipologia dell’immaginario, in una società della informazione imprecisa, che si sta appiattendo, sotto i colpi della letteralità spesso spuria, per mancanza di ogni anelito poetico. Per aiutare i lettori a trasfigurare la propria esistenza, in sostanza narratologicamente più lieve.

Per concludere: opera e scrive sacrificando molto di quanto sarebbe suo diritto di autrice richiedere di far pubblicare, e così continuerà a fare per un domani per tutti davvero migliore e per un oggi almeno minimalisticamente sostenibile.

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Questa pagina si può citare nel seguente modo:
Graziella Tonfoni, Recensioni autoreferenziali 10, in «Italianistica Online», 22 Marzo 2008, http://www.italianisticaonline.it/autorecensioni/tonfoni-10/

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