Verso un sistema editoriale aperto

La pubblicazione non può costituire un elemento discriminante ma deve essere un’opportunità offerta agli autori in modo democratico in rapporto all’originalità e alla qualità del proprio contributo. Si propone la creazione un sistema editoriale aperto in Rete, che venga accreditato dalla comunità scientifica e nel quale le pubblicazioni (che hanno comunque un valore aggiunto: l’immediata e gratuita accessibilità) siano valutate allo stesso livello di quelle prodotte dall’editoria tradizionale.

Nel Quarto Forum telematico Internet e Storia (15 gennaio - 15 marzo 2006), ideato e coordinato da Angelo Gambella, è consultabile la mia relazione, italianisticaonline.it. Verso un sistema editoriale aperto. Una proposta collaborativa per la cultura italiana in Rete. Per la lettura del testo e la partecipazione al Forum è necessaria l’iscrizione. Ne riproduco qui di seguito (senza note) l’appendice.

Appendice

Cinque tesi preliminari sull’editoria in rete

1. Un sistema editoriale indipendente, collaborativo, condiviso

L’editoria tradizionale può non facilitare la pubblicazione, frapponendo ostacoli anche per motivazioni economiche: accade che la posizione autore-editore sia in questo totalmente asimmetrica, sbilanciata ad esclusivo vantaggio del secondo. La creazione di un sistema editoriale indipendente, collaborativo, condiviso in Rete, che abbia costi sostenibili senza perdere in qualità, tende a parificare il rapporto autore-editore contribuendo all’attuazione del principio democratico della libertà di espressione e di stampa.

2. Un canale di comunicazione aperto

Alle barriere economiche si aggiungono gli interessi di parte. Talvolta infatti nell’iter di pubblicazione interferiscono rivalità reciproche o rivendicazioni soggettive, che impediscono addirittura l’approdo all’editore di un’opera a favore di un’altra. La cosiddetta “revisione tra pari” (peer-review), che dovrebbe essere caratteristica positiva delle pubblicazioni scientifiche in ambito accademico, può non rispondere invece ai criteri di obiettività e indipendenza che si desidererebbero, sottostando piuttosto al prevalere di decisioni e interessi personali o di consorteria. L’editoria in Rete deve fornire un canale di comunicazione aperto senza preclusioni ideologiche o restrizioni individuali.

3. Favorire e non ostacolare la pubblicazione dei risultati delle ricerche

Un problema identico si pone per quanto attiene alla concessione di finanziamenti ai progetti di ricerca e alle relative pubblicazioni, argomento molto delicato specialmente quando si gestiscano risorse pubbliche. L’editoria in Rete deve favorire e non ostacolare la pubblicazione dei risultati delle ricerche, mettendo a disposizione uno spazio di libera diffusione e di libero accesso. Su questo piano comunque anche gli Atenei italiani si stanno ormai uniformando, con l’adesione alla dichiarazione di Berlino per l’archiviazione e l’accesso aperto. Sennonché il deposito negli archivi universitari è istituzionale, riservato cioè ai soli docenti, ricercatori e studiosi dei rispettivi Atenei: bisognerebbe che fosse esteso a tutti i laureati anche se non svolgono formale attività di ricerca nelle strutture universitarie. Peraltro è importante che questo strumento sia considerato non come modello economico alternativo per la comunicazione accademica, ma come sistema editoriale autonomo a forte valore aggiunto (anche nei criteri di valutazione della ricerca scientifica).

4. Uno strumento trasparente e accessibile

Il funzionamento del sistema editoriale dovrà essere idoneo alla pratica diretta da parte dell’autore-utente: i programmi per il cosiddetto desktop publishing installabili già sul PC dell’autore, combinati con quelli del cosiddetto content management e personal publishing (blog e wiki) attivi nel Web, creano ambienti di lavoro virtuali per l’editore che pubblica i propri contenuti in Rete, ambienti che sempre più coinvolgono anche l’autore come redattore della propria opera. La semplificazione delle procedure d’uso di questi sistemi è una priorità della nuova editoria in Rete.

5. Standard di codifica, persistenza degli oggetti digitali e disponibilità degli oggetti cartacei

L’editoria in Rete deve garantire l’uniformità a standard di codifica indipendenti dai sistemi operativi e la persistenza degli oggetti digitali (nei diversi formati), anche mediante l’assegnazione di identificatori univoci e stabili, adempiendo al deposito legale, insieme alla disponibilità degli oggetti cartacei, ossia della versione anche parziale e adattata dei medesimi documenti elettronici stampata a richiesta su supporto cartaceo e rilegata nelle forme tradizionali del libro in commercio.


Questo articolo si può citare nel seguente modo:
Luigi M. Reale, Verso un sistema editoriale aperto, in «Italianistica Online», 19 Febbraio 2006, http://www.italianisticaonline.it/2006/internetestoria/

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