Nei cerchi della sintassi

Nei cerchi della sintassi, un’evoluzione: il Web!?

Come è e sarà questo gigante così accogliente, così insidioso?

Nel 1996, a 41 anni, presso un centro di calcolo universitario, toccai la prima tastiera di un computer e conobbi il logo stellato e colorato di Netscape.

Da allora la mia vita di donna e di poeta si è rivoluzionata-nata in una coscienza altra, quasi divina-diabolica-demoniaca.

La mia perizia informatica è minima, una bambina di nove anni senza naturalezza congenita. Ho imparato in fretta con la furia tipica del neofita.

La Grande Rete ha pubblicato e pubblica con generosità i versi che vado scovando-scavando. La mia bibliografia personale poetico-elettronica si arricchisce di giorno in giorno, l’ospitalità di molte persone dà da vivere ai versi che gli editori cartacei ignorano. Sono una persona con pecche relazionali: sono una solitaria, non ho amici in carne ed ossa. Mi sono “dimessa” dalla vita, scrivo le briciole, innumeri del labile possesso che sono. Non si creda ad una rinuncia vigliacca: l’angolo del mio pane ha la parola arricchita da una eco in più, il Web che, per una volta tanto, non mi esige la carne dell’apparire.

Non conto più le porte in faccia, amerei poter avere e condividere la competenza colta e tecnica di questo portone spalancato, il Web, che l’umanità degli Scienziati ci ha recato in dono. Si sa, spesso, sono proprio gli Scienziati i più assidui lettori di poesia, questa “cosa” idolatrata e gettata alle ortiche, almeno in Italia.

Questa piccola patria che disprezza la stessa linfa della quale è fatata!: l’Arte.

Allo stato attuale dell’arte, il buco nero del Web ha, per la poesia, un’indagine da imbuto, una bulimia mitica, quindi, facilmente cattiva. Stato infantile, persistente trapasso nell’oblio di Babele? Difficile da capire: il mezzo attende di essere gestito con intelligenza, bontà, sapienza, giudizio, cultura, bellezza, arte, democrazia e competenza…

La Grande Rete ha dato un argine alla mia deriva, un palcoscenico di bit che nessuna più fertile immaginazione avrebbe potuto preconizzare. Un orizzonte altro che la fa in beffa alla prigione, all’esclusione, alla emarginazione, ai preconcetti del potere, ecc. Ma non basta. Il supporto fisico della memoria resta nei libri, almeno per ora: asilo del globo umano. I dvd, allo stato attuale dell’arte, hanno preso il posto di miglior supporto da tramandare. Ma l’oggetto-soggetto libro è e resta il primo innamoramento, lo scoramento immenso del confine, àncora alla polvere del monumento, dell’attesa o del macero.

La mia solitudine è stata lenita. Eppure l’urlo non tace. Anzi. Perché?


Questo articolo si può citare nel seguente modo:
Marina Pizzi, Nei cerchi della sintassi, in «Italianistica Online», 27 Giugno 2005, http://www.italianisticaonline.it/2005/sintassi-web/

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