Annotazione sulla poesia di Giuliano Mesa

Una nota su “I loro scritti”

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Può essere istituito un legame forse non in tutto arbitrario tra i Preludi (redatti poi in vari tempi e luoghi) nel Prufrock di Eliot e i primi sette testi della prima sezione de I loro scritti, di Giuliano Mesa.

Il legame è indicabile nel tipo di trattamento del deforme quotidiano, dell’osservabile, in città – come accade – svenduto dal tempo, sversato violentemente e lasciato in rovina. Nei Preludi la narrazione è per nuclei profilati, oggetti. Nel testo di Mesa un alterato o stesso
spazio di sentimenti-visioni o di riconfigurazioni di eventi, o sofferenza di persone, è dato in una forma che è narrativa per sottrazione. Ossia non frontale bensì spezzata in schegge poi non tutte date, biglie difformi, di cui alcune intenzionalmente sottratte alla vista. Micro-correlati, molti poi elusi. Appena suggeriti e subito messi sotto la superficie di (oppure in) un meccanismo elencativo – o anche solo ritmico – serrato, che lascia sfuggire solo tagli ulteriori. Mai
dichiarazioni, inquadrature.

Il risultato è un testo che complessivamente e fortemente tiene, e per istinto lo avvertiamo. Ma non decifriamo né in dettaglio né “guardando dall’alto” le strutture portanti. Questo il pregio della leggerezza. Manca poi (e questa è lezione eliotiana, anche) un abbandono integrale alla crudeltà, all’espressionismo. Strategia intenzionale; e un merito. Come se la forma fosse capace (e lo è) di non lasciare sfuggire nulla.

Leggiamo il terzo testo della serie:

appartenere, nella scaglia rugosa, la cornea lucida,
la custodia solida dei guanti, e dei bottoni, a voi,
mirabili in miriadi, passeggianti narici e lozioni,
noi frequenti, sollevando sugli zigomi le nocche,
ardori opportuni, tutti i loro esseri intenti,
al giuoco all’addiaccio, del remunerare, rendere,
schiusa, occorrente, la porzione di alito, da te a te,
l’attracco al mulino, alle crusche, lo scambio annoso,
fragoroso, fra noi, il torrido contatto,
fruscianti via, per fatiche e sollievi, lo scambio
benefico, aizzante, via, in pasto e sorriso -

(da Giuliano Mesa, I loro scritti, Quasar, Roma 1992)


Questo articolo si può citare nel seguente modo:
Marco Giovenale, Annotazione sulla poesia di Giuliano Mesa, in «Italianistica Online», 9 Maggio 2004, http://www.italianisticaonline.it/2004/annotazione-sulla-poesia-di-giuliano-mesa/

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